Il dialetto Bologna, il bolognese

I dialetti fanno parte della nostra identità e della nostra cultura. Sono lingue affascinanti e con una storia alle spalle vecchia di secoli, come il dialetto di Bologna.

Il dialetto di Bologna, il dialetto bolognese viene parlato a Bologna, capoluogo della Regione Emilia-Romagna e fa parte di un gruppo più ampio, quello dei dialetti emiliano-romagnoli che a loro volta, insieme a quelli piemontesi, lombardi, lunigianesi e liguri, appartengono alla famiglia dei dialetti gallo-italici.

Il più importante è il dialetto cittadino, ma esistono altrettante varietà parlate in campagna, in montagna, in pianura ecc..

Scopriamo allora dove nasce il dialetto parlato a Bologna e dintorni! 

Dialetto Bologna e le sue origini

Intorno al 500 A.C. alcune tribù galliche invasero l’Italia settentrionale, scacciando o conquistando le popolazioni precedenti. Poi arrivarono i Romani e i Galli della Pianura Padana dovettero alla fine arrendersi e sottomettersi.

Anzi, alcune tribù riuscirono a scappare ma chi, appunto, rimase dovette unirsi ai Romani conquistatori e imparare il Latino. I caduti conservarono però il loro accento e…indovinate un po’?

È proprio per questo che oggi il dialetto Bologna , detto anche bolognese assomiglia al Francese.

A Bologna, in particolare, si è conservata la tipica “esse” ci contraddistingue a livello nazionale, e non solo.

Va detto poi che, come tutte le lingue, anche il dialetto nel tempo si trasforma, subisce contaminazioni e varia nella pronuncia e nel lessico, che va arricchendosi nel corso dei secoli.

I luoghi simbolo di Bologna…in dialetto bolognese

Vediamo ora come si chiamano in dialetto bolognese i luoghi più importanti di Bologna.

Almeno da non farvi cogliere impreparati quando verrete a visitare questa bellissima città e vi capiterà di parlare con un/a

Äl Dåu Tårr non possono che essere le due torri! Simbolo di Bologna.

Al Żigànt, la fontana del Nettuno, ubicata nell’omonima Piâza dal Żigànt insieme al Palâz dal Pudstè, il palazzo del Podestà e la Biblioteca Salaborsa, la biblioteca comunale della città con al suo interno anche un importante sito archeologico.

Piâza Granda, Piazza Maggiore, neanche a dirlo! Da non confondere con la famosa canzone “Piazza Grande” di Lucio Dalla. Diversamente da come alcuni credono, la canzone, dedicata a un senzatetto, si riferisce a piazza Cavour, nel centro storico di Bologna, dove il cantautore ha abitato da giovane e dove, proprio in suo onore, è stata installata una panchina con una statua che lo raffigura.

San Ptròni, la Basilica di San Petronio, la chiesa più grande della città dedicata al patrono di Bologna che si celebra il 4 ottobre. Domina l’antistante Piâza Granda e, nonostante sia ampiamente incompiuta, è una delle chiese più vaste d’Europa, la settima più grande del mondo.

Attenzione: non è il Duomo di Bologna.

San Lócca, il santuario di San Luca non poteva mancare nel nostro vocabolario dialetto-italiano. C’è anche una giornata, il San Lócca day appunto, che quest’anno sarà il 12 ottobre. Per l’occasione la strada di San Luca sarà chiusa al traffico, dall’arco del Meloncello sino alla Basilica della Beata Vergine. Tutto il percorso che costeggia il portico di San Luca diventerà così teatro di numerosi eventi, stand, attività di vario tipo, degustazioni e workshop. L’intero ricavato della festa sarà devoluto a favore di Un passo per San Luca.

Piâza San Stêven, Piazza Santo Stefano, una delle più suggestive piazze bolognesi, con il complesso delle Sette Chiese. Qui, Il secondo sabato e la seconda domenica del mese si tiene il Mercato Antiquario Città di Bologna. È ormai un’istituzione per i bolognesi e tutti gli appassionati di antiquariato. Il mercato è molto raffinato e offre una grande varietà di oggetti ed elementi di arredo per tutte le tasche. È un’occasione di grande interesse per trovare qualcosa di speciale e insolito con cui adornare la casa come anche molti dischi in vinile e poster e cartoline di ogni genere.

Äl culén, i colli bolognesi resi celebri da Cesare Cremonini nella sua vespa “50 special” con la quale si divertiva a scorrazzare sui colli. Sono il polmone verde della città pieni di parchi, musei a cielo aperto, castelli ma soprattutto solo il luogo di produzione del vino bianco frizzante “DOCG Colli Bolognesi Classico Pignoletto”.

Se volete scoprire altri termini in bolognese potete leggere un altro articolo sul: Dialetto bolognese

Cari amici lettori, si conclude qui il nostro viaggio in compagnia del dialetto bolognese. Vi consiglio, per approfondire divertendovi, di giocare a Bolognando, il Monopoli di Bologna. Dove comprare il gioco Bolognando: https://www.succedesoloabologna.it/gadget/bolognando/

Buon divertimento!


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